Ascolta l’intervista a Francesca Turano Campello dei radicali e del presidente e vicepresidente del Comitato Esistono i Diritti Gaetano D’Amico e Alberto Mangano, cliccando sul play della foto principale
“Io coltivo Meglio Legale” manifestazione in piazza a Palermo
Palermo. Anche nel capoluogo siciliano, come in molte piazze d’Italia, si è tenuta la manifestazione “Io coltivo Meglio legale” per chiedere al Parlamento di decriminalizzare la coltivazione di uso personale di cannabis.
La manifestazione, organizzata dal Comitato Esistono i Diritti, ha visto, di fronte Palazzo delle Aquile , la partecipazione di cittadini, consiglieri comunali, componenti della Giunta Orlando e attivisti radicali che, mostrando le loro piantine di marijuana “legale”, in quanto prive di THC, hanno voluto sensibilizzare l’opinione pubblica sull’uso personale della cannabis.
In Italia il consumo di cannabis non è reato ma comporta sanzioni amministrative (come ritiro del passaporto o della patente, art. 75 del DPR 309/90) .
Mentre per l’autocoltivazione domestica è prevista una pena fino a 6 anni di reclusione (art. 73 del DPR 309/90). Questo rappresenta un enorme paradosso: di fatto lo Stato garantisce il monopolio della produzione e della vendita di cannabis al mercato nero delle mafie.
Nel nostro Paese si stima ci siano almeno 100mila persone che coltivano cannabis. Si tratta di persone perfettamente integrate nella società: che lavorano, hanno delle famiglie, hanno dei percorsi di vita normalissimi. Lo fanno per avere cannabis di migliore qualità e minor prezzo. Ma soprattutto, lo fanno per motivi legalitari: per non avere contatti con la criminalità organizzata e per non finanziare le mafie.