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Un anno di governo Musumeci in una Sicilia ancora da risollevare

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Un anno di governo Musumeci e una Sicilia ancora da risollevare

Palermo. E’tempo di numeri alla Regione Siciliana. Dopo un anno di governo Musumeci lo stesso presidente della Regione chiama al suo fianco la giunta regionale e invita gli imprenditori dell’Isola ad una conferenza stampa per fare il bilancio ad un anno dalla sua elezione.
“Sono finiti i tempi dei fuochi d’artificio e delle luci psichedeliche – annuncia Musumeci – questa è la stagione delle riforme e della sobrietà”.
Cosi il governatore siciliano prima di illustrare le trenta slide con numeri e cifre riguardanti il suo operato.
Consapevole che si poteva fare di più e che il suo governo “fin dal primo giorno è senza una maggioranza in Aula” Musumeci dà il via a quella che definisce una “operazione verità” contro i “tre nemici della Sicilia, il tempo, la mafia e la rassegnazione”.
Il presidente declina l’offerta di Cancellieri del M5S ribadendo che lui non è adatto ai ribaltoni ma nello stesso tempo apre al dialogo: “se le altre forze politiche volessero proporre altri temi e obiettivi nuovi – ha detto – vengano con umiltà e insieme potremo confrontarci”.

Ma le parole più dure il presidente della Regione le riserva all’Anas e a Ferrovie italiane, quando parla di infrastrutture: “Non ci piace come lavorano, sono un cancro per la Regione Siciliana, o cambiano marcia o saremo costretti a mettere in mora i nostri interlocutori ai quali per un anno abbiamo dato quasi illimitata fiducia”.
A margine dell’incontro, Musumeci spiega: “Ci sono i cantieri vuoti, due o tre operai al massimo, non lavorano di notte. Non ci sta più bene questa situazione”.
Non mancano le frecciate nei confronti delle Partecipate della regione che Musumeci definisce dei “veri e propri carrozzoni nati con un obbiettivo clientelare, con assunzioni senza concorso, tutto a carico dei cittadini siciliani”.
Ma andiamo alla conferenza stampa che si è svolta a Palazzo Branciforti a Palermo.
Un incontro per fare il punto sulle cifre e per chiarire agli oppositori che non si tratta di un governo del nulla: 3.5 miliardi di euro spesi o impegnati nel 2018.
Nel dettaglio 323 milioni per il risanamento del territorio, 1 miliardo e 207 milioni per servizi formazione lavoro e acquisto di autobus, in agricoltura impegnati 200 milioni di euro, erogati 175 milioni; per la pesca 143 milioni; per le imprese 145.700 dal polo finanziario e 209 milioni direttamente dalle casse regionali; per le infrastrutture 1 miliardo 208 milioni e 400 mila euro.

Ecco in dettaglio i numeri: Report Musumeci un anno dopo

I sindacati sono critici, però, a cominciare dalla Cgil: “Il governo Musumeci ha presentato stamane tante slide per illustrare cosa ha realizzato in un anno ma non è riuscito a nascondere il sostanziale deserto di iniziative e risultati”, è il duro attacco di Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia che aggiunge: “Se Musumeci pensa che sfuggendo al confronto con i sindacati possa nascondere l’incapacità di affrontare emergenze e problemi sbaglia. Lo dimostrano i fatti: oggi per i siciliani non c’è nessun cambiamento rispetto ai disastri dei governi precedenti.

Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia

Nella manovra – continua il leader della Cgil Sicilia – non ci sono soldi per gli stipendi dei lavoratori delle ex Province e non è accettabile che continui lo scaricabarile con il governo nazionale.
Sul riassetto delle Partecipate è caos più totale e anche per i precari degli Enti locali nessuna stabilizzazione ma solo l’ennesima proroga a fronte di un’epidemia di dissesti che sta colpendo i comuni siciliani.
La riforma della macchina amministrativa non viene affrontata, non si parla più del rinnovo dei contratti e rimane l’incapacità di spendere i Fondi europei mentre la condizione delle nostre infrastrutture e la sicurezza del territorio sono al minimo storico. Sui rifiuti si tenta di caricare tutto sui Comuni mentre si annuncia una legge di riforma che non sappiamo se vedrà mai la luce. Se il governo regionale continua a evitare il confronto con il sindacato le emergenze esploderanno in modo incontrollabile”.

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